Il castello di Paderna

Il castello di Paderna

Il Castello di Paderna si presenta austero, protetto da solide mura e circondato da un fossato ancora traboccante d’acqua.

Già citato nella Tavola Traiana come Fundus Paternus in seguito Curte Paterno, è successivamente documentato con certezza in due documenti notarili di acquisto: il primo datato 1028, e il secondo del 1163 che ne attesta la proprietà al monastero di San Savino in Piacenza.

Nel 1453 fu poi acquistato dai Marazzani da Rimini cui subentrarono nel XIX secolo i Casali.

Il Castello durante la sua storia secolare subì pesanti devastazioni e danneggiamenti in almeno due occasioni: nel 1216 ad opera dei pavesi e nel 1247 dalle truppe dell’imperatore Federico II

Il complesso fortificato si trova nel comune di Pontenure, in provincia di Piacenza, posto in pianura nella campagna della bassa val Nure.

A pianta rettangolare è caratterizzato dalla massiccia torre d’ingresso munita di archibugierie con duplice ponte levatoio, e nel mastio principale sono ubicate le antiche prigioni dove secondo la leggenda sarebbe stato sgozzato un tal Confalonieri, prima che potesse confessare la congiura di cui era a conoscenza e per la quale era stato imprigionato. Si narra che le urla disumane lanciate dal poveraccio si potessero udire sino alla distanza di “un tiro di balestra”.

Secondo alcune testimonianze il fantasma del Confalonieri si aggirerebbe ancora per il castello, bussando sui vetri, puntando il dito addosso alle persone ed emettendo grida mostruose e prolungate. Gli attuali proprietari confermano che uno scheletro senza testa è stato veramente ritrovato durante degli scavi effettuati nei dintorni.

Le quattro torri, tutte a base quadrangolare ma di forma e dimensioni diverse, sono distribuite lungo le mura in modo irregolare. Insolita la collocazione della torre nord posta fuori le mura ma all’interno del fossato

Nella parte residenziale del complesso si trova la chiesa di Santa Maria del IX secolo, ad aula unica con quattro colonne romane, una delle quali con capitello corinzio rovesciato. Costruita come un cubo perfetto iscritto in un cerchio secondo le regole di Vitruvio, è orientata ad EST al solstizio d’inverno e le sue misure sono tutte multipli di tre.

Alle pareti ha dodici nicchie ed un affresco della Madonna con Bambino ed una croce templare. Vittorio Sgarbi l’ha identificato come gotico fiorito, collocabile intorno al 1380.

La muratura è in ciottoli legati con malta, differente dalle altre costruzioni che sono tutte in laterizio.

Attualmente sede di una azienda agribiologica, ospita all’inizio di ottobre la Rassegna “Frutti antichi”, dedicata alle varietà di piante, fiori e frutti che rischiano di scomparire.

Il Castello è visitabile da marzo ed ottobre la mattina del sabato o della domenica, o in altri giorni e orari su prenotazione: tel. 0523-511645.

Fonti:
“Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini, Nuova Litoeffe, Castelvetro Piacentino; 2005
Diva e Donna; settimanale edito da Cairo Editore, articolo di Paola Biodi: “La nostra oasi con fantasma”
I castelli del Ducato di Parma e Piacenza
Foto: wikipedia

 

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