Storia del vino: il XVIII secolo in Francia

IL VINO NEI SECOLI: il XVIII secolo in Francia

di Marco Rossi

Spesso la condotta di un uomo riscaldata dal vino
non è che l’effetto di ciò che, negli altri momenti,
avviene nel suo cuore.

Queste parole di Rousseau ci introduco al ‘700, anno dell’Illuminismo e anno di nascita dell’enologia. Grazie ad un chimico, Lavoisier, si scopre che l’alcool è formato non da olio ed acqua, come si era pensato fino ad allora, bensì da carbonio, idrogeno ed ossigeno. In seguito un altro chimico, Chaptal, applicò la chimica al miglioramento della produzione del vino: nacque l’enologia.
Il settecento è anche l’anno dell’Enciclopédie di Diderot e D’Alambert, e collaborarono Rousseau, Voltaire e molti altri.
I filosofi discutono sulle qualità del vino come medicamento. Accettando le teorie dei medici antichi, come Galeno e Ippocrate, sostengono che il vino è un utile medicina per talune malattie, ed è necessario somministrare il vino giusto per ogni diversa malattia.
Gli enciclopedisti lo considerano un ottimo medicamento per le malattie dell’animo, ricordando che i rigorosi Stoici greci, pur rinunciando ad ogni comodità per una vita severa, ritenevano l’ubriachezza necessaria per combattere tristezza e dispiaceri.
I principali produttori di vino riportati nell’Enciclopédie, sono l’Italia, la Grecia, la Spagna, la Germania, l’Ungheria e la Francia.
Non stiamo a soffermarci sui singoli prodotti offerti dalle nazioni appena elencate, dato che avrete anche voi la vostra bella Enciclopedia sugli scaffali deserti di qualche mobile casalingo. Quasi sicuramente sarà una Treccani, poiché anche voi, come quasi tutti sul territorio nazionale, un giorno avrete aperto la porta ad un omino che dopo avervi estenuato spiegandovi dettagliatamente tutte le voci dell’enciclopedia, vi avrà estorto una firma su un foglio scritto in aramaico.
E da quel giorno, per i successivi quarant’anni, avete fatto il vostro obolo all’editoria.

Continua….

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