Castello di San Pietro in Cerro

Castello di San Pietro in Cerro

L’edificazione del Castello di San Pietro in Cerro fu ordinata nel 1491, come risulta dall’epigrafe conservata nel cortile interno, da Bartolomeo Barattieri, ambasciatore piacentino a Roma presso papa Giulio II Della Rovere. Il padre di Bartolomeo, Francesco Barattieri, lo ricevette in feudo da Bianca Maria Visconti, vedova di Francesco Sforza, nel 1466

Il castello sorge sopra i resti di un preesistente fortilizio databile intorno al XIII-XIV secolo e del quale rimangono tracce di un fossato, oggi interrato, e di un sotterraneo rivellino.

Ubicato nell’omonimo borgo, dove un tempo secondo la leggenda esisteva un bosco di cerri, e collocato in territorio piacentino sul confine con le province di Parma e Cremona, il castello è posto in pianura nella campagna della bassa val d’Arda a metà strada fra Piacenza e Cremona.

Dopo la morte di Bartolomeo, assassinato nel sonno da in suo servo nel 1514, il castello restò ai Barattieri, che lo usarono come residenza di campagna  per quasi altri cinquecento anni, portando in epoche successive al il riempimento del fossato per far posto al giardino e all’apertura di finestre sulle facciate esterne.

La spartana austerità del monoblocco in laterizio al quale si accede attraverso un viale alberato di tigli, si contrappone all’eleganza del quattrocentesco cortile interno rinascimentale. A pianta quadrangolare con due torri cilindriche, presenta i resti degli incastri del ponte levatoio sul mastio centrale. In cima alle mura è collocata una merlatura a coda di rondine chiusa con delle ventiere, sportelli di legno basculanti che permettevano di controllare le cortine murarie restando nascosti.

La struttura è interamente visitabile e racchiude oltre trenta sale riccamente arredate, due saloni d’onore, le cucine con collezione di pentole in rame, le prigioni. Gli ambienti interni sono comunicanti e percorribili attraverso una loggia di archi a tutto sesto. Da segnalare gli affreschi neogotici in uno dei saloni d’onore, i soffitti a cassettone e la biblioteca con oltre 1500 testi storici sulla città di Piacenza.

Nel sottotetto trova spazio il MIM, Museum in Motion, collezione esposta a rotazione di oltre ottocento opere pittoriche e scultoree realizzate a partire dal secondo dopoguerra ad opera di maestri contemporanei, italiani e stranieri, con una sezione dedicata agli artisti Piacentini.

Il Castello è a disposizione per ricevimenti e manifestazioni culturali ed è visitabile da marzo ad ottobre nel fine settimana e su prenotazione nei giorni feriali. (tel. 0523 983711).

Fonti:
“Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini, Nuova Litoeffe, Castelvetro Piacentino; 2005
I castelli del Ducato di Parma e Piacenza
Foto: wikipedia

 

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