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9
nov

Vicobarone

Borgo di Vicobarone: storia, chiese, monumenti, musei, sagre, associazioni, negozi e cose da vedere nel bel paese piacentino.

 

 

Indice degli argomenti:

 

 

Storia della località Vicobarone

Le prime notizie storiche certe e documentante sul borgo di Vicobarone, graziosa località abbarbicata sulle prime colline della Val Tidone e frazione di Ziano Piacentino, risalgono all’anno 833, in pieno Medioevo.

In quella data la località “Vici Baruni” risulta far parte dei possedimenti del Monastero Colombaniano di Bobbio, secondo quanto scritto dall’Abate Wala, cugino di Carlo Magno e Priore del Monastero dal 833 al 835, che ne elencò i 42 possedimenti in un documento oggi noto come “Carta di Wala” e conservato nell’archivio dell’Istituto storico dell’alto medio evo di Roma.

Ad epoca romana risale, verosimilmente, l’origine del nome. Così almeno la pensava P. Maria Campi che nel 1651 scrisse una Historia ecclesiastica di Piacenza sostenendo che il nome derivasse dal toponimo latino Vicus Varroni, il cui significato letterale sarebbe stato Villaggio di Varrone, in onore di un qualche personaggio romano distintosi per meriti o funzioni particolari.

Si rimane nel campo delle ipotesi, per quanto la presenza dei romani nella zona sia ampiamente documentata dai numerosi reperti archeologici come le monete trovate ad Albareto e i laterizi rinvenuti in zona Poggio di Ziano.

Vicobarone

Vicobarone: il borgo visto dai campi

Ciò che invece risulta certo, è che dal Monastero di San Colombano di Bobbio, il paese di Vicobarone passò a Lanfranchino Malvicini Fontana, che nel 1345 ottenne l’investitura feudale delle decime di Vicobarone.

Nei secoli precedenti il borgo era rimasto abbastanza tranquillo, senza finire in prima linea negli scontri tra i Ghibellini, fedeli agli imperatori germanici e alleati con la città di Pavia, ed i Guelfi sostenitori della Chiesa e del Papato, alleati con Piacenza. Lungo la via Postumia che collegava Piacenza a Genova passando appunto da Pavia, gli scontri al confine tra i territori delle due città furono numerosissimi ed i castelli di Seminò, Corano e Ziano, tutti in Val Tidone, furono spesso assediati e a volte anche distrutti dalle truppe imperiali.

Soltanto nel 1314, raccontano le cronache, la stessa sorte toccò al paese di Vicobarone, invaso dalle truppe di Galeazzo I Visconti, Signore di Milano. Le sue truppe, al comando di Oberto del Cairo e Nello di Massa, il giorno 8 maggio attaccarono il borgo, espugnarono il fortilizio e si appropriarono di oltre seicento capi di bestiame bovino ed innumerabili pecore e suini.

Lo stesso giorno di novantaquattro anni dopo, l’otto maggio 1408 Francesco e Antonino Malvicini furono investiti dal duca di Milano Gian Maria Visconti col titolo di Marchesi del feudo di Vicobarone, comprendente anche i territori di Nibbiano, Tassara, Stadera e Genepreto. I diritti feudali furono in seguito confermati anche nel 1467 da Galeazzo Maria Sforza.

I Malvicini Fontana furono a capo del feudo di Vicobarone per oltre tre secoli, e due esimi esponenti di questa famiglia spiccano tra gli altri. Erasmo II ed Erasmo III Malvicini Fontana

Erasmo II fu uno dei più illustri condottieri del suo tempo, nonché ambasciatore dei Farnese presso l’Imperatore Rodolfo e il Papa Pio V, oltre che governatore di Verona e di Brescia, dove morì nel 1569.

Erasmo III costruì nel paese di Vicobarone l’Oratorio di San Rocco dotandolo di un ricco beneficio, e fondò le così dette “Doti di San Rocco” a favore di fanciulle da marito povere, di buoni costumi e di specchiate virtù. Di queste doti beneficiarono moltissime fanciulle di Vicobarone, in media una ventina ogni anno, senza interruzioni e sino agli inizi del novecento. Erasmo III morì nel 1718 senza discendenti diretti maschi, ed il feudo di Vicobarone passò così agli Sforza Fogliani ed in seguito ai Serafini. L’ultimo Marchese Serafini feudatario di Vicobarone morì a Parma nel 1814.

Dopo la caduta di Napoleone e con il congresso di Vienna del 1815, il territorio di Piacenza e con esso anche la Val Tidone e Vicobarone passarono a Maria Luigia d’Austria che riorganizzò i suoi possedimenti sotto il profilo politico-organizzativo istituendo la figura del Podestà, nominato dalla Sovrana, e coadiuvato nel governo del territorio da un Consiglio di anziani.

In epoca più recente il borgo di Vicobarone è divenuto rinomato per gli ottimi vini prodotti con le uve coltivate sulle colline circostanti, come Ortrugo e Gutturnio

 

 

Le chiese di Vicobarone

Il già citato Oratorio di San Rocco fu edificato nel centro del paese nel 1625 e si presenta con facciata in stile romanico ad una sola navata a volta semplice, con campanile a tre campane. L’altare maggiore è dedicato a San Rocco raffigurato in un bel quadro collocato nell’abside dove appare anche il Marchese Erasmo III Malvicini Fontana, inginocchiato alla destra del Santo. Le cappelle laterali sono riccamente ornate con stucchi barocchi di decorosa fattura. La cappella di sinistra è dedicata alla Madonna del riscatto scolpita in una bella statua policroma collocata in una nicchia centrale. La cappella di destra è dedicata al SS. Crocifisso dipinto su di una pala collocata in una edicola sormontata da un pregevole cartiglio con lo stemma dei Marchesi Malvicini Fontana.

Un secondo Oratorio è presente nel territorio parrocchiale di Vicobarone. Esso è dedicato alla Madonna delle Nevi e si trova nella frazione di Casa Sgarioli in comune di Santa Maria della Versa. Da una visita pastorale del 1828 del Vescovo Ludovico Loschi risulta che vi erano conserva le reliquie della S. Croce, di S. Atanasio, di S. Apollonia, di S. Pasquale Bylon, di S. Colombano, di S. Anna, di S. Massimo e di San Benedetto.

Documentata sin dal 1143, la chiesa parrocchiale dedicata a San Colombano domina il paese adagiata sul colle più alto del borgo. L’edificio attuale fu riedificato nel 1854 in stile neoclassico a croce greca con cupola centrale. La soprintendenza ai beni ambientali ed architettonici l’ha riconosciuto bene di interesse storico ed artistico.

Ai lati dell’altare, realizzato in bardiglio e marmo bianco statuario di Carrara, sono collocati due angeli di pregevole fattura neoclassica. Il tutto è sovrastato da una pala lignea dipinta dal piacentino Bernardino Pollinari (1813-1896) e che raffigura San Colombano in atteggiamento di protezione sul borgo di Vicobarone. Il pollinari godette ai suoi tempi di una certa fama, soprattutto come ritrattista, e sue opere sono conservate presso la galleria Ricci Oddi, la chiesa di San Raimondo di Piacenza, la chiesa parrocchiale di Rovescala, nonché in numerose collezioni private.

Immacolata Concezione di Francesco Scaramuzza  (1803-1886)

Immacolata Concezione di Francesco Scaramuzza (1803-1886)

Di ancor maggiore importanza e pregio è la pala dipinta da Francesco Scaramuzza (1803-1886) collocata nel transetto di destra e raffigurante l’Immacolata Concezione. Così descrive quest’opera pervasa da intenso misticismo il famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi: “In primo piano la Vergine, desunta dai modelli più spirituali e sfiniti di Guido Reni, ha un forte volume: il suo corpo domina il mondo, il suo piede schiaccia la testa del serpente. Ma, alle sue spalle, il cielo è popolato di angeli e cherubini in una poeticissima visione, fantasmi di cuori gentili. (…) A Vicobarone, Scaramuzza dipinge direttamente le anime. Facendo fluttuare il corpo della Vergine, pur morbido e correggesco, contro forme di pura luce, che si accendono fino a sciogliersi, puntando al triangolo di Dio nel centro luminoso, così abbacinante da impedire la percezione delle forme, secondo lo schema dell’estasi mistica.”

Altra opera significativa è conservata nel transetto di sinistra e rappresenta Il sogno di San Giuseppe dipinto da Paolo Barbotti (1821-1867) dove è ritratto l’angelo ispiratore che spinge San Giuseppe alla fuga in Egitto. Altre realizzazioni del Barbotti sono presenti a Pavia nella chiesa di Santa Maria in Betlemme, nella chiesa dei Santi Primo e Feliciano e nei Musei Civici.

Le quattordici stazioni della via Crucis sono opera della pittrice piacentina Candida Luigia Bozzini (1853-1932) la cui firma è leggibile sull’ultima tavoletta datata 1879. Nel 1881 si fece suora presso le Orsoline di Piacenza, dove lasciò alcune tele. Altre sue opere sono conservate presso il Seminario gesuita di Roncovero di Bettola.

Del 1882 è invece l’imponente scalinata che porta al sagrato della chiesa. Dotata di tre ripiani volti a rappresentare la SS trinità e con 12 gradini per ciascuna rampa a simboleggiare i dodici apostoli, termina in cima con due statue raffiguranti la Fede e la Carità, donate nel 1970 dai fratelli Carlo, Antonio ed Annibale Allegri. Le statue sono state scolpite da Ettore Cedraschi (1909-1996) noto soprattutto per l’attività prestata per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano dove tra il 1958 ed il 1970 ha realizzato sette statue per l’interno e due per l’esterno.

 

 

Il Castello ed il Palazzo Malvicini Fontana

Nel paese di Vicobarone, vera e propria perla della Val Tidone, si contano almeno due edifici di importante rilevanza storica, artistica ed architettonica.

Il primo, ubicato a fianco della chiesa Parrocchiale, è il castello di Vicobarone ristrutturato nel 1803. Non esistono evidenze che si tratti dello stesso edificio espugnato 489 anni prima dalla soldataglia di Galeazzo I Visconti. In compenso, il manoscritto che documenta gli interventi di inizio ottocento è molto dettagliato e ricco di particolari dai quali si evince che “Il nuovo edificio aveva nel piano inferiore le cucine, la dispensa, la cantina, nel piano di mezzo una magnifica sala completamente dipinta, con la loggia esterna verso mattina, con tre appartamenti pure dipinti ed altre camere cubicolari similmente affrescate. Al piano superiore erano altre stanze da letto e il granaio”.  Oggi è di proprietà privata.

Palazzo Malvicini Fontana

Palazzo Malvicini Fontana

Il secondo edificio storico del paese è ciò che rimane del palazzo dei Malvicini Fontana edificato presumibilmente nel corso del XVII secolo e poi frazionato in più proprietà nei secoli successivi. Con pianta a ferro di cavallo l’ala ovest poggia su di una torre in pietra di epoca precedente ed insieme alla torre stessa e a parte dell’ala nord fanno parte del complesso dell’Azienda Agricola Podere Casale. Nel salone principale si trova un grande camino con stampigliato in bassorilievo lo stemma araldico dei Marchesi Malvicini Fontana, il che ci permette di identificare il palazzo come una delle residenze dei feudatari di Vicobarone. Secondo voci di popolo, in epoca feudale nella torre era anche presente un pozzo del taglio, per punire con la morte i colpevole di gravi malefatte.

Ancora oggi sono poi visibili i resti di un presunto passaggio segreto sotterraneo che in passato avrebbe collegato il Castello di Vicobarone con il palazzo dei Malvicini Fontana. Gli abitanti del borgo, nel passato, hanno su questo misterioso condotto a lungo fantasticato.  Oggi ne rimane un cunicolo ben concepito, alto più di due metri, largo un metro e mezzo, con pavimento e pareti in cotto, che dal castello conduce verso l’Oratorio di San Rocco, ma per soli quattro metri. Giunti in fondo risulta chiuso da una parete di recente costruzione.

 

 

Evoluzione sociale ed economica nel borgo di Vicobarone

Secondo quanto riportato nell’inchiesta ordinata dall’Amministratore napoleonico Moreau de Saint Mery per tutto il territorio del Ducato di Parma e Piacenza, nel paese di Vicobarone vi erano pochi pozzi che d’estate e in autunno rimanevano asciutti, e le strade erano impraticabili durante la brutta stagione.

La terra intorno al borgo produceva vino di buona qualità, granoturco e frumento, mentre l’allevamento si basava su bovini, ovini e qualche suino. Il commercio del vino e dei prodotti alimentari interessava prevalentemente i mercati delle località di Pianello e Borgonovo, mentre per il vino si estendeva alla città di Piacenza.

La popolazione era giudicata mite e nel borgo non esistevano pregiudizi o superstizioni, come testimoniato dal parroco Pier Maria Ziliani il 18 settembre 1803.

Ancora nel periodo 1806-1814 l’analfabetismo era decisamente elevato. All’atto del matrimonio soltanto il 7,7% dei mariti e solo il 3% delle mogli residenti in paese sapevano leggere e scrivere.  A quei tempi le iniziative di scolarizzazione erano limitate alle iniziative spontanee promosse dai sacerdoti o da altri enti religiosi come i Frati del Convento di San Bernardino di Borgonovo.

Nella frazione di Vicobarone le prime aule scolastiche furono ospitate in edifici della parrocchia, mentre la prima vera scuola fu costruita tra il 1914 e il 1920 quando fu sindaco di Ziano Piacentino il vicobaronese Ferdinando Ponzini.

 

 

Il borgo di Vicobarone oggi

La comunità di Vicobarone oggi si stringe intorno al suo oratorio che, insieme ad altri gruppi di volontari, mantiene viva l’identità culturale e sociale del borgo. L’oratorio è stato fondato nel 2007 proprio con l’obiettivo di restituire alla popolazione locale un centro di aggregazione sociale: don Sergio, parroco qui da oltre vent’anni, insieme al gruppo volontari del consiglio parrocchiale, ha scelto di intitolarlo a Valentina, una bimba del paese scomparsa in seguito a una leucemia proprio in quegli anni.

Da allora l’oratorio “Valentina” cerca di venire incontro alle esigenze di tutte le fasce della popolazione del borgo di Vicobarone, in particolar modo dei ragazzi; i suoi volontari infatti si impegnano in una serie di attività che vengono organizzate durante tutto l’anno allo scopo di combattere la disgregazione sociale e la solitudine nella quale una comunità che invecchia rischia di precipitare.

Così, non senza un notevole sforzo da parte di tutti i volontari che si danno un gran daffare, le sale recuperate dall’ex cinema ospitano feste, appuntamenti, momenti di preghiera e catechismo per circa una trentina di bambini che vanno dalle classi elementari fino alla seconda media.

Un piccolo gruppo sta nascendo con l’obiettivo di creare spazi e momenti di ritrovo anche per i ragazzi più grandi. Il parroco, don Sergio, si divide fra l’attività in parrocchia e quella di cappellano dell’ospedale, ed è coadiuvato da un gruppo di otto persone che fanno parte del consiglio parrocchiale, più una decina di volontari della frazione.

In programma nella ridente località ci sono tanti appuntamenti a scopo benefico: a ottobre viene organizzata la tradizionale castagnata di beneficenza; il 23 novembre, in occasione della festa patronale di San Colombano, tutta la comunità partecipa all’organizzazione di una grande festa, che in genere cade la domenica prima o dopo il giorno del Santo, durante la quale si riassapora il gusto di stare insieme nel borgo e raccogliere fondi sempre a scopo benefico; in occasione del Santo Natale e dell’Epifania i volontari della frazione mettono in piedi tombolate aperte a tutti, grandi e piccini, con premi per i partecipanti a seconda delle fasce d’età; a Carnevale si prepara una grande festa in maschera che coinvolge tutti i ragazzi della località con i loro catechisti; ad agosto, in collaborazione con il Comitato autonomo festeggiamenti, a partire dalla prima settimana fino al 20, si partecipa a una grande pesca di beneficenza, mentre il 16 agosto ci sono i tradizionale Giochi di Ferragosto che coinvolgono tutto il paese.

 

 

Comitato Autonomo Festeggiamenti

Un’altra realtà molto viva di Vicobarone è il Comitato autonomo festeggiamenti, capeggiato per molti anni da Salvatore Carbone, il cui obiettivo è raccogliere i fondi necessari per il benessere di tutta la comunità attraverso l’organizzazione di feste, sagre ed altri eventi nella frazione di Vicobarone. L’impegno costante di questo gruppo di volontari ha reso possibile il rifacimento delle gradinate del campo sportivo, la realizzazione di una pizzeria e di una griglieria all’interno della struttura, la manutenzione di arredi vari del paese, come per esempio le panchine. Il gruppo ha infatti in gestione il campo giochi e si occupa della sua manutenzione ordinaria.

Tanti sono gli appuntamenti che i volontari del borgo organizzano per raccogliere fondi destinati alla comunità ma anche alla beneficenza esterna: il ricavato della festa organizzata lo scorso agosto e della castagnata in programma a ottobre, infatti, andrà in parte anche a sostegno dei terremotati del centro Italia.

Il Comitato è stato rinnovato di recente ed è oggi composto dal Presidente Deep Love, dal Vicepresidente Martina Ferri e dai consiglieri: Giorgia Carrà, Paolo Gentili, Enrico Dallara, Luca Ampeli, Mirko Crosignani, Alessandra Maffi, Antonio Laurenza, Matteo Moggio, Federico Lizetti  che si dedicano gratuitamente al servizio della comunità.

Il comitato è attivo da oltre 40 anni: ad agosto organizza una grande festa con pizza, stand gastronomici e grigliate, serate di ballo liscio, country e musica per i più giovani, attirando appassionati del ballo e della buona musica da tutta la Val Tidone e non solo. A Natale vengono acquistati e distribuiti gratuitamente i panettoni a tutti gli anziani del borgo e vengono accese le luminarie per le vie del paese. In estate, da luglio ad agosto, nelle sere del fine settimana, è aperta la pizzeria per tutti. Un impegno costante per i volontari della località, che sono sempre in prima fila.

 

 

Museo della civiltà contadina

Un altro fiore all’occhiello della comunità di Vicobarone è rappresentato dal Museo della civiltà contadina, ospitato in quelle che una volta erano le aule della scuola del paese. La struttura, una volta rimessa in sesto, è stata dedicata al recupero della memoria storica della piccola comunità: è nato così il progetto della mostra permanente di vecchi attrezzi e oggetti legati al lavoro e alla vita quotidiana, che è aperta su appuntamento a ingresso libero.

Il museo è in via Creta, nella frazione di Vicobarone. Info: 0523/861210 oppure 0523/861810. Il museo è gestito dall’associazione Pe’ d fer, nata nel 2000 proprio allo scopo, fra gli altri, di tenere viva la memoria storica di Vicobarone.

 

 

Comic Club

Nel borgo di Vicobarone esiste anche un’altra realtà molto importante: si chiama Comic Club ed è un laboratorio teatrale fondato da Graziano Arlenghi. Si tratta di un’associazione no profit che da oltre dieci anni mette in scena spettacoli comici con finalità benefiche.

Il gruppo è composto da quindici persone fra attori, tecnici e addetti al back stage. Ecco i pilastri: Graziano Arlenghi, fondatore e regista della compagnia; Gerardo Beretta è il suo braccio destro, attore e scenografo molto fantasioso; Davide Manara  è il responsabile palco e aiuto scenografo; Marco Burzi è l’attore “navigato” con un grande talento comico; Marco Braga è noto per la facilità con cui utilizza il suo corpo e la sua mimica facciale per interpretare i vari ruoli che gli vengono assegnati; Andrea Beretta è uno degli attori più giovani e figlio d’arte; Maurizio Colombi ha il ruolo di presentatore-comico di ogni spettacolo; Love Deep è il responsabile della regia, dell’audio e delle luci.

Intorno a loro tante altre persone della poliedrica località si dedicano con passione e impegno a mantenere in vita questa compagnia in grado di riunire, a ogni suo spettacolo, l’intera comunità di Vicobarone e non solo.

Fra gli altri ci sono: Cinzia Stucchi, attrice, coreografa e addetto stampa; Imma Vitiello, ballerina; Silvia Rocca, attrice; Giorgia Mattarozzi, costumista; Alice Abbiati, attrice agli esordi; Zineb El Assali, anche lei attrice alle prime armi; Stefania Rotta, con la sua esperienza maturata nel laboratorio giovani; Maria Giulia Farina, cantante e ballerina, Arianna Daturi, ballerina e attrice.

Tra gli spettacoli messi in scena al teatro Capital di Borgonovo Val Tidone e al Cinema teatro Moderno di Castel San Giovanni, dedicato al meglio di ieri, oggi e domani, il “Tur de sfors” che è già tutto un programma.

Comic Club laboratorio teatrale: info@comicclub.it – tel. 333.452.65.21.

 

 

VicoOne Bar

La frazione di Vicobarone è senz’altro un paese piccolo ma molto vivo: il senso di comunità e di coesione è mantenuto acceso anche dalle tradizionali realtà commerciali, come il bar VicoOne: esercizio storico del paese, c’è praticamente da sempre e ha visto sedersi ai suoi tavoli diverse generazioni cresciute all’ombra del campanile dell’antico borgo.

Da 13 anni è gestito da Davide e dalla sua famiglia che offrono con il loro lavoro non solo un semplice bar di paese, ma un vero punto di riferimento per la popolazione della frazione, a prescindere dalla fascia d’età.

Di qui, infatti, passano davvero tutti: al mattino ci sono le colazioni per chi corre al lavoro; a mezzogiorno il pranzo con panini e piatti pronti per chi ha i minuti contati; al pomeriggio i suoi tavolini sono occupati dagli anziani, che organizzano tornei di carte e ne approfittano per stare insieme e raccontarsi i vecchi tempi; alla sera, dall’orario dell’aperitivo fino all’una di notte, è il punto di ritrovo dei giovani e giovanissimi che seguono le orme della tradizione.

Chi nasce e vive nel borgo di Vicobarone sa che, a qualsiasi orario, al bar VicoOne trova un amico con cui scambiare quattro chiacchiere, anche senza appuntamento.

 

 

Alimentari Gambazza

Un altro caposaldo del paese è Nicoletta Gambazza: nata a Piacenza, si è sposata a vent’anni e si è trasferita a Vicobarone nel 1979; dagli anni Novanta gestisce insieme alla sua famiglia il negozio di alimentari “Gambazza” che è nel tempo diventata una vera istituzione della frazione: da 27 anni qui si può trovare tutto ciò che serve in termini di carne (manzo, vitello e pollo al taglio) e soprattutto salumi, di cui hanno una produzione propria (salsicce, salami, coppa).

L’attività è aperta dagli anni Novanta: all’inizio si trovava nella ex coop di via Della Chiesa, poi si è spostata nella sede attuale. In questo piccolo alimentari sono passati negli anni tantissimi personaggi noti e anche qualche vip, alcuni dei quali risiedono proprio a Vicobarone.

Il negozio ha resistito alla crisi economica e allo spopolamento del paese; uno dei problemi più grossi, comune all’intera Val Tidone, infatti, è l’invecchiamento della popolazione: moltissimi giovani ogni giorno lasciano Vicobarone per trasferirsi in città, e l’età media dei residenti sale inesorabilmente.

Negli ultimi anni il ricambio generazionale nella località è stato garantito da nuovi cittadini provenienti dai paesi esteri: a Vicobarone risiedono oggi stabilmente una comunità di albanesi e una di rumeni. Recentemente è stato ospitato nel borgo anche un nutrito gruppo di profughi, gestito dalle cooperative.

 

 

Dove mangiare a Vicobarone

Antica Trattoria del TempioNella frazione di Vicobarone, proprio davanti alla scalinata che porta al sagrato della chiesa dedicata a San Colombano, si trova l’Antica Trattoria del Tempio meta prediletta degli amanti del buon cibo e della tradizionale cucina piacentina.

Da decenni questa rinomata trattoria accoglie buongustai provenienti da Milano e dalla Lombardia così come i molti affezionati clienti in arrivo da Piacenza e dalla sua provincia.

Alle classiche ricette della tradizione piacentina come tortelli, pisarei o la coppa arrosto, si affiancano gli ottimi vini piacentini selezionati tra i produttori e le cantine locali, come l’ottimo Gutturnio Superiore del Podere Casale.

Il giovani e dinamici titolari dell’Antica Trattoria del Tempio organizzano spesso pranzi e cene a tema come l’annuale appuntamento con il Festival delle Fisarmoniche ed altre serate danzanti.

 

 

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Fonti:
Vittorio Sgarbi, Piene di Grazia. I volti delle donne nell’arte. Bompiani 2011
Antonio Allegri, Profilo storico di Vicobarone, Banca di Piacenza e Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano 1989
Carmen Artocchini e Serafino Maggi, I castelli del piacentino nella storia e nella leggenda, Collana Civitas, U.T.E.P., Piacenza 1967

4 Responses

  1. Claudio

    Qui è tutto bello e ricco di storia e fascino. Anche il clima sembra migliore rispetto alla pianura

  2. Ugo

    Ci sono stato di recente, andando per cantine alla ricerca di un buon Gutturnio. Borgo veramente accogliente e tranquillo.

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