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27
giu

Paolo Massobrio elogia Podere Casale

Nuova recensione per i vini DOC Podere Casale

«Anche Paolo Massobrio elogia la VENDEMMIA TARDIVA 2003»

Di seguito l’articolo tratto da “La Stampa Web”

«A Vicobarone c’è il vino buono». Lo sapevano già i monaci del Sacro Romano Impero che sulle colline della Val Tidone coltivavano la vite.
Lo sapeva anche Angelo Rigamonti, industriale brianzolo, che agli inizi degli Anni 90 acquisì un palazzo gentilizio attorniato da una quindicina di ettari a vite. Aveva un sogno, espresso proprio in quei magnifici Anni 90, che segnano il Rinascimento del vino italiano: vivere in campagna e produrre vino. Ora sarebbe orgoglioso di Nicholas, figlio trentenne laureato in lettere e filosofia, che ha deciso di ripercorrere i solchi tracciati dal padre.
Nicholas Rigamonti produce circa 200 mila bottiglie l’anno, ottenute da uve barbera, bonarda, malvasia di Candia e ortrugo. «Vino, territorio e qualità» le regole non scritte di questo giovane vignaiolo «post-moderno», che ci ha stupiti con l’intensità della sua Malvasia Vendemmia Tardiva 2003.
Le uve omonime vengono lasciate appassire in pianta e in parte appese nei solai della tenuta; quindi la fermentazione di una percentuale delle uve in barrique e di un’altra in acciaio anticipa l’assemblaggio delle medesime. Notevoli le note dolci fruttate e floreali, la viperina acidità che non fa cedere il vino alla stucchevolezza. Della barrique, poi, non c’è traccia, se non nell’«elevazione» del vino, o nella sua maggiore intensità. È un vino cosiddetto da meditazione, ma sta bene anche da accompagnare a formaggi e dolci. C’è poi la gloriosa versione secca e frizzante, e due Gutturnio, quello brioso e quello riserva, affinato per almeno 18 mesi in piccole botti.

Ultima chicca: il vino da Messa di malvasia, voluto da Angelo Rigamonti in memoria dei suoi studi dai salesiani e approvato dalla Curia, perché «de gemine vitis et non corruptum».

Articolo pubblicato su: “La Stampa Web” del 27 maggio 2005:

E per la ricerca del gusto senza lasciare nulla al caso: Club di Papillon